L'antica farmacia o “spezieria”

La Farmacia, chiamata originariamente Spezieria, merita una riflessione a parte. In epoca rinascimentale, a Montepulciano, sia il soppresso Convento di San Bernardo, sia quello del San Girolamo possedevano ciascuno una propria Spezieria e un’ infermeria. Le due Spezierie erano delle vere e proprie botteghe artigiane altamente specializzate, riunitesi nella sede attuale del Conservatorio per volere del Granduca Leopoldo.

La Fondazione custodisce nel suo Archivio Storico gli antichi ricettari delle speziali (farmaciste erboriste). Tra essi troviamo le annotazioni della “suora Speziale”. Elenchi quotidiani minuziosamente redatti, contenenti ogni informazione sul rimedio da preparare: data, cliente, ingredienti, dosaggi, costi.

Tutto veniva fabbricato su misura nei mortai e alambicchi del monastero: essenze, elisir, oli, polveri od unguenti.

I documenti più antichi risalgono alla fine del 1600 e sono testimonianze di come le Spezierie fossero veri e propri laboratori farmaceutici la cui attività giunge al termine solo con l’avvento dell’industrializzazione.

Questi laboratori venivano anche usati come cucine specializzate nella preparazione dei dolci tradizionali destinati alla vendita “alla porta” e “in piazza” in occasione di fiere e mercati locali. Le persone vi si recavano per degustare tonici e preparati alle erbe nei giorni di festa.

Una tale organizzazione aveva bisogno di utensili, strumentazioni adeguate e di recipienti per contenere le diverse sostanze: antimonio, borragine, polvere cefalica, genziana, centaurea, succino bianco, aurifera, acqua di fiori d’arancio, olio di lavanda e altre ancora.  

La collezione di ceramiche autoctone custodita al San Girolamo è ampia e originale, le brocche monoansate e biansate, i vasi da farmacia (albarelli) tardo seicentesci e del 1700.  Una sezione è dedicata ai recipienti in vetro ampolle, albarelli e coppette per salasso, usati per la preparazione dei rimedi e per la cura del paziente.